1- Guarda le seguenti immagini: a cosa ti fanno pensare?
2- Si tratta di “disservizi”, ovvero di servizi che non funzionano o funzionano male. Prova a fare altri esempi di disservizi di cui hai avuto esperienza.
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3- Leggi il seguente testo, tratto da un forum di consumatori, e rispondi alle domande.
La “magica” legge Bersani
In seguito alla decisione di Sky di disattivare il canale d’informazione Current, abbiamo deciso di dismettere Sky.
Mia moglie telefona al call center di Sky:
MM (mia moglie): “Salve, vorrei disdire l’abbonamento”.
OS (operatore Sky): “Non può, deve pagare fino a marzo 2012. L’abbonamento si può disdire solo alla fine di ogni anno di abbonamento”.
MM: “Non è possibile, lo abbiamo disdetto un paio di anni fa e ce lo hanno disdetto subito senza problemi”
OS: “Non è vero”
MM: “E’ vero!”
OS: “Non è vero. Da quando lavoro qui non è mai successo”
MM: “Vabbè, lasciamo perdere”
Verifichiamo la lettera mandata a Sky un anno e mezzo fa, e ci accorgiamo che l’avevo copiata da internet, citando la legge Bersani*.
Ritelefoniamo:
MM: “Salve, vorrei disdire l’abbonamento”.
OS (ovviamente uno diverso): “Vedo che aveva già telefonato per chiedere istruzioni in merito”.
MM: “Sì, ma non abbiamo capito bene, può spiegare di nuovo?”
OS: “Non può, deve pagare fino a marzo 2012. L’abbonamento si può disdire solo alla fine di ogni anno di abbonamento”.
MM: “Non è possibile, lo abbiamo disdetto un paio di anni fa e ce lo hanno disdetto subito senza problemi”
OS: “Non è vero”
MM: “E’ vero!”
OS: “Non è vero”
MM: “Ma scusi, ma non c’è la legge Bersani?”
OS: “Ah be’, se fa riferimento alla legge Bersani, allora certo, lo può disdire subito”
Sembra pazzesco solo a me?
*La legge Bersani ha abolito le penali in caso di rescissione anticipata dei contratti con le società di telecomunicazioni (TV, telefono, internet ecc.).
3.1- Rispondi alle domande.
Che cosa significa “disdire\rescindere un contratto”?
A) firmare un accordo
B) dare un numero di telefono
C) annullare un accordo scritto
Che cosa significa “disattivare un canale”?
A) togliere un canale dalla “lista canali”
B) prosciugare un piccolo fiume
C) cambiare canale
3.2- Hai mai avuto un'esperienza del genere? Raccontalo.
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3.3- Roleplay: con i compagni, metti in scena la telefonata tra il centralinista e l'utente Sky e divertiti cambiando il finale!
4- Leggi il seguente testo, tratto da un forum di consumatori, e rispondi alle domande.
Traslochi onerosi
Dovendo traslocare, ed andando ad abitare in una zona a parcheggio particolarmente critico, decidiamo di richiedere l’occupazione suolo pubblico per il camion del trasloco (fra l’altro, nella mia via ci sono le strisce blu).
Vado all’ufficio tecnico del comune di Roma.
Dice: “Sì, si può fare, ma ci vuole la planimetria della via”.
Della via, non dell’appartamento.
Vabbè. Predisponiamo la planimetria, e presentiamo la domanda.
Paghiamo 75 euro (tre giorni, due posti auto).
Tutto ok.
Prima di andarcene, con tutta la documentazione, la tizia fa:
“Vi arriverà a casa la delibera dei vigili. Vi ricordo che la segnaletica stradale è a vostra cura e spese.”
“Prego?”
“Dovete mettere i cartelli stradali di divieto di sosta con zona rimozione e la striscia bianca e rossa di transennamento.”
“Cioè, NOI dobbiamo mettere la segnaletica stradale?”
“Sì.”
Vabbè, la faccio breve: ci siamo informati.
Per comprarli, i cartelli costano 70 euro l’uno. Per noleggiarli, ancora di più.
Peraltro, parlando con i vigili urbani, di cartelli ce ne volevano 4, perché occorre metterli anche sul lato opposto della strada.
Totale: 280 euro di cartelli, più striscia biancorossa, più paletti per arrotolare la striscia.
Gran totale: manco lo voglio sapere.
Abbiamo rinunciato. Abbiamo fatto le poste ai parcheggi per un paio di giorni e, in un modo o nell’altro, abbiamo traslocato.
Sembra pazzesco solo a me?
4.1- Rispondi vero o falso.
INSERIRE TABELLA SCRITTA
4.2- Cosa ne pensi di questa storia? Credi che il regolamento del Comune sia giusto? Se no, tu cosa proporresti?
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5- Leggi il seguente testo, tratto da un forum di consumatori, e rispondi alle domande.
Attenti a “certe” carte di credito.
Un mio collega racconta di alcune spese indebitamente addebitategli (scusate la ripetizione) sulla carta di credito aziendale. Non faccio nomi, ma è facile capire il gestore.
Ha chiamato il gestore della carta, ed è in corso la procedura di riaccredito di questi soldi, che sono parecchi: 2600 euro, in tre spese crescenti: 200, 600 e 1600 euro, a distanza di qualche settimana l’uno dall’altro, da parte di un negozio di Milano. Anche qui, non faccio nomi.
Tale esercente, a richiesta, ha fornito una ricevuta con il numero di carta di credito scritto a mano e senza la firma del mio collega.
Il mio collega ha proceduto a denuncia per truffa. E sottolineo che, a fronte di indebiti addebiti, pochi lo fanno. Io, per esempio, mi sono sempre accontentato del riaccredito, a cose chiarite.
Ma veniamo al quibus: a tale racconto, un altro collega dice: “ma aspetta un attimo. Mi è capitata la stessa cosa, anni fa, CON LO STESSO NEGOZIO”.
Ora, le mie conclusioni (parecchie, anche se alcune solo presunte):
1) qualcuno comunica i nostri (intendo, nostri della mia azienda) numeri di carta di credito a questo negozio, che i miei colleghi NON hanno frequentato. Potrebbe essere un ristorante, o un albergo.
2) questo negozio “tenta” di addebitare spese su carte di credito aziendali, altrimenti dette corporate. Perché lo fa? Primo, perché con le carte di credito corporate spesso si fanno parecchie spese di viaggio (nel nostro caso migliaia di euro) e quindi una spesa aggiuntiva POTREBBE passare inosservata. Secondo, perché le carte di credito corporate insistono su conti correnti aziendali, per cui il dipendente POTREBBE tutto sommato fregarsene, visto che non sono soldi suoi.
3) le spese vengono addebitate in maniera progressiva. Prima 200, poi 600, poi 1600. Se il titolare della carta non contesta, si va avanti, e si alza la posta.
4) spesso il titolare della carta di credito si accontenta del rimborso e non gli interessa che si proceda contro l’esercente che ha “sbagliato”. Il dolo, quasi sempre, non viene ipotizzato.
5) Sinceramente, non so che azioni intraprende il gestore della carta di credito nei confronti dell’esercente recidivo.
Ora vi chiedo: sembra pazzesco solo a me?
5.1- Collega ogni espressione al rispettivo significato.
INSERIRE TABELLA SCRITTA
5.2- Perché l'autore dell'articolo si scusa per la ripetizione quando usa le espressioni “indebito addebito” e “indebitatamente addebitate”?
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Sebbene tecnicamente si tratti di una figura retorica, l’italiano moderno non ama le ripetizioni di suono, specialmente se ciò avviene tramite l’uso di parole che hanno una radice comune (la cosiddetta figura etimologica).
5.3- Immagina di essere il titolare di un'azienda che fornisce ai suoi dipendenti carte di credito corporate e stila un regolamento sul loro utilizzo al fine di evitare episodi come quello descritto nell'articolo.
Attenzione: trattandosi di un regolamento, dovrai utilizzare i modi e le diatesi del verbo appropriate (passivo col verbo dovere, si impersonale e passivante, imperativo).
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6- Tutti e tre i testi terminano con una domanda (retorica): “sembra pazzesco solo a me?”. Che cosa significa, in questo caso, l’aggettivo “pazzesco”?
1) Assurdo
2) Divertente
3) Difficile da spiegare
6.1- “Pazzesco” è un aggettivo denominale, cioè derivato da un nome (in questo caso, “pazzia”) attraverso l’aggiunta di un suffisso (in questo caso, “-esco”). Conosci altri aggettivi formati con il suffisso -esco?
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6.2- Prova a completare il seguente testo con gli aggettivi denominali a suffisso -esco.
6.3- Dopo aver letto il testo e completato l’esercizio, sai dire in quali casi si utilizza il suffisso -esco per formare aggettivi denominali?
Qui puoi trovare una lista di aggettivi in -esco.
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-ésco [prob. confluenza dei suff. lat. -iscus e germ. -isk]. – Suffisso derivativo di aggettivi, e talora di nomi, tratti da nomi. Si riferiscono a luoghi geografici o a popolazioni (arabesco, barbaresco, moresco, romanesco), a persone (dantesco, boccaccesco, petrarchesco), a secoli (duecentesco, trecentesco, quattrocentesco), ad anni storicamente rilevanti (quarantottesco, sessantottesco). Il suffisso è frequente in altri aggettivi difficilmente raggruppabili, ai quali conferisce talvolta una connotazione spregiativa: avvocatesco, cagnesco, carnevalesco, cavalleresco, fiabesco, guerresco, pazzesco, poliziesco, popolaresco, pretesco, scimmiesco.